Nuova Riveduta:

Genesi 47:13

Ge 41:30-36, 48-57
In tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan soffrivano a causa della carestia.

C.E.I.:

Genesi 47:13

Ora non c'era pane in tutto il paese, perché la carestia era molto grave: il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano per la carestia.

Nuova Diodati:

Genesi 47:13

L'amministrazione di Giuseppe durante la carestia
Or in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della carestia.

Riveduta 2020:

Genesi 47:13

L'amministrazione di Giuseppe
Ora in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan penavano a causa della carestia.

La Parola è Vita:

Genesi 47:13

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Genesi 47:13

L'amministrazione di Giuseppe
Or in tutto il paese non c'era pane, perché la carestia era gravissima; il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano a motivo della carestia.

Ricciotti:

Genesi 47:13

Nuovi provvedimenti di Giuseppe
Mancava infatti il pane in tutta la terra, e la fame opprimeva specialmente gli abitanti d'Egitto e della terra di Canaan.

Tintori:

Genesi 47:13

L'amministrazione di Giuseppe.
Or in tutto il mondo mancava il pane, e la fame opprimeva la terra, specialmente l'Egitto e Canaan.

Martini:

Genesi 47:13

Perocché mancava il pane in tutto il mondo, e la fame opprimeva la terra principalmente dell'Egitto, e di Chanaan.

Diodati:

Genesi 47:13

OR in tutta la terra non vi era pane; perciocchè la fame era gravissima; e il paese di Egitto, e di Canaan, si veniva meno per la fame.

Commentario abbreviato:

Genesi 47:13

Versetti 13-26

Il prendersi cura di Giacobbe e della sua famiglia, come la benedizione progettata dalla Provvidenza nell'avanzamento di Giuseppe, ha risparmiato il regno d'Egitto dalla rovina. Non c'era più pane e la gente era pronta a morire. Vedete come dipendiamo dalla provvidenza di Dio. Tutta la nostra ricchezza non ci preserverà dal morire di fame se la pioggia non cadesse per due o tre anni. Vedete quanto dipendiamo dalla clemenza di Dio e aggrappiamoci sempre nel suo amore. Vedete pure come i nostri possedimenti esigono attenzione. Poiché tutti gli egiziani consumarono tutto il grano nei sette anni di abbondanza, si trovarono nei guai ignorando l'avvertimento. L'argento e l'oro non li potevano alimentare: essi avevano bisogno di grano. Tutto quello un uomo possiede lo darà in cambio della sua vita. Noi non possiamo giudicare questo argomento secondo la mentalità attuale. È chiaro che gli egiziani considerarono Giuseppe come un benefattore pubblico. Il tutto è coerente con il carattere di Giuseppe, che agisce tra Faraone e i suoi assoggettati, nel timor di Dio. Gli egiziani confessarono di avere sperato in Giuseppe: "Tu hai salvato le nostre vite!". Così diranno con riconoscenza le folle a Gesù nel giorno del giudizio: "Tu hai salvato le nostre anime dalla distruzione più tremenda e dal tempo dell'ira! Gli egiziani rinunciarono a tutta la loro proprietà e anche alla loro libertà per aver salve le loro vite: può essere perciò troppo contare tutto una perdita e affidarsi al suo comando e ai suoi fini, in Colui che salverà le nostre anime, che ci darà il centuplo, anche qui, in questo mondo? Sicuramente se salvati da Cristo, saremo desiderosi di diventate suoi servi.

Riferimenti incrociati:

Genesi 47:13

Ge 41:30,31; 1Re 18:5; Ger 14:1-6; Lam 2:19,20; 4:9; At 7:11
Ger 9:12; Gioe 1:10-12

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